destionegiorno
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sono Io........... Sandrine e le mie sono solo...... "Sono solo poesie" Quegli sguardi nel vento, quelle fole che scompigliavano i miei giovani e lunghi capelli, son solo poesie, son poesie i giorni perduti nelle lacrime, son poesie i giorni conquistati con il sangue fra i denti, con la rabbia ... (continua)
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Stanco è il mio torpore
limiti ai ricordi
confuse risa e
attoniti pianti
domani è già qui.
Per la crudeltà di Lei,
esasperata madre
per esser tale.
Nel gelo del suo abbraccio
svanisce il calore
del tuo
seppur... leggi...
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Il tuo volto fuggiva
dal vento al mare,
perdevo la memoria di te
ogni giorno
nei miei sorrisi di bimba
dove la malinconia
già scivolava
dagli occhi al cuore
Ricordo quei tuoi
luminosi sorrisi
ad affascinar i cuori,
Tu come una... leggi...
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A sera fanciulla
di stanchezza giace
e nel sopir
di lui sogna
padrone del tempo
ispirata ispirazione
accarezza il suo essere
nel respiro del vivere
intenso volare
gioia del candore
che onesto s'accende
a vivida passione
eccolo come vento
si... leggi...
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Mentir sorridendo!
Afflati di circostanza,
in coreografie di danze
circoscrivono,
delimitano;
obblighi,
sentimenti,
comportamenti!
Poeta vuoi urlar
nel contempo
mente t'inganna
e modula solo
fioche parole.
E' l'attimo
del misero attore... leggi...
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Sandrine Novelli
| Sognavano i fanciulli,
portando all'orecchio
il mare
con una conchiglia.
Sognavano i bimbi,
d'una mamma
d'accarezzare,
fra rivoli di lacrime,
trascinando i piedi
nudi al freddo
inverno.
Sognavano
i miei bambini
di luci e di stelle,
mentre passavano
in alto nel loro cielo,
stormi d'uccelli
di nero metallo.
Sognavano
mentre i colpi
ed i fuochi lontani
cambiavano
i volti
dei loro padri,
mentre un dio
che non era,
cancellava
loro i sogni,
mentre scivolavano
nel fosforo, nel napalm,
esplodendo con chiodi
fra le mani,
piccole mani che,
raccolsero quell'astuto
gioco di guerra,
quel magico dono
dei fabbricanti
di morte ed atroce odio,
non amavano
di certo, costoro.
Sognavano
i miei bambini
cantando la
filastrocca;
Salta, balla,
salta ancora,
e via una gamba,
saltellando
in quel campo
di fiori che, fiori non sono.
Salta, balla,
salta ancora,
sul prato
minato dai Folli
d'una guerra,
di chissà dove,
Sognavano
i miei bambini
di giocare al pallone,
in quel campo
minato
dove i fiori
son rossi del sangue
dei sogni perduti.
"Salta, balla,
salta ancora,
che la guerra
forse finirà."
Sognavano
i miei
bambini,
spingendo una scatola
con le ruote,
magica carrozza
da re.
Sognavano
di ridere
i miei
bambini
immaginando
la vita. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Sono miei, Tuoi, nostri, vostri i bambini, che mai più siano vittime di guerre ed infamie!» |
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